Nonostante le mie perplessità in molti sostengono che io abbia sia una madre che un padre.
Mio papà si chiama Mariolino, per gli amici o Mario o Lino, per me semplicemente Ioli per quella forma di anticonformismo cronico che mi ha sempre caratterizzato, e che negli anni mi ha fatto schierare dalla parte degli Spandau Ballet quando tutti andavano con i Duran Duran, con Sabrina Salerno quando tutti amavano Samantha Fox, con La Toya Jackson quando tutti impazzivano per la sorella Michael.
Ioli è molto ricco, è il tipico uomo si è fatto con le proprie mani, considero l’abbondante peluria che ricopre il suo corpo, e gli occhiali da miope che indossa, come prove di quanto appena affermato.
Ha creato dal nulla un’azienda che produce pannelli per isolamento termico, sembra che il business funzioni perché negli anni, pur definendosi sempre più povero, ha potuto girare il mondo, comprare un appartamento a me, uno alla “mia sorella probabilmente adottata” e una casa per lui e mia madre nella ridente, prestigiosa e vippissima località di Jesolo.
Ioli professionalmente parlando è il tipico imprenditore di successo del Nord Est, mentre dal punto di vista affettivo è tipico imprenditore di successo del Nord Est.
E’ scientificamente programmato per 4 cose:
- guadagnare su tutto;
- monetizzare le mie esigenze e le mie richieste di affetto;
- mettermi in imbarazzo;
- ignorare le mie domande.
Ricordo che dopo l’arrivo di “mia sorella probabilmente adottata”, comparsa quando io avevo all’incirca 2 anni e consegnataci (secondo la mia attendibile ricostruzione) da un solerte fattorino come omaggio alle due confezioni di arachidi da 1 kg comprate da mamma, mio padre appese in alcune zone strategiche della casa, la “Tabella dell’affetto e delle mansioni”.
A detta di Ioli questo era il modo migliore per insegnarci il valore del denaro.
Si andava dalle 100 lire per 5 minuti di grattata di schiena, alle 250 per un abbraccio (dato o ricevuto), fino alle 5000 lire per chi si fosse arrampicato nel tetto e avesse sistemato il fastidioso disturbo che gli impediva di vedere Colpo Grosso in qualità accettabile.
Ho cercato in più di un’occasione di taroccare la tabella inserendo la voce “Gettarsi dalla finestra – 10000 lire” per eliminare alla fonte il problema di “mia sorella probabilmente adottata” ma mia madre, di cui per ora non confesserò il nome per una questione di privacy, me lo impedì.
L’altro aspetto di Ioli che negli anni non ho ancora imparato a tollerare, è la sua indubbia capacità di mettermi in imbarazzo. Per un evidente caso di sdoppiamento di personalità, mio padre è capace di interpretare il ruolo dell’imprenditore quando si trova solo con me e del padre fastidiosamente affettuoso in presenza di sconosciuti.
Così mentre siamo soli in ufficio suole darmi del lei, davanti ad estranei o nel corso di importanti riunioni a cui io vengo inspiegabilmente invitato, divento “Zucchero”, “Amore”, “Piccolo”, “Tesoro”.
“Tesoro, tu che ne pensi?”, “Piccolo credi che papà stia facendo bene?”, “Zucchero, tutto bene?, “Amore vorresti dire al signore quello che abbiamo deciso?”.
Gli occhi di tutti puntati su di me, specialmente quando si tratta di giovani stagiste potenzialmente attratte dal figlio belloccio e ribelle del boss, riescono ancora, a distanza di anni, a farmi sprofondare in uno stato pervasivo di vergogna e senso di nausea dal quale emergo, sfortunatamente male, con frasi impacciate tipo “Scusatemi”, “Scusatelo”, “Chiedo scusa”, retaggio di un’educazione in cui dell’affetto ci si deve vergognare e scusare.
Ogni domenica Ioli e mamma ci invitano a pranzo e sistematicamente mi convinco che sia arrivato il giorno in cui confesseranno a “mia sorella probabilmente adottata” che il vero padre, ipotizzo un brasiliano, è ricomparso per far ritorno con lei nella favelas di Rio da cui provengono.
Le mie speranze vengono sistematicamente disattese ma perlomeno mi viene offerta la possibilità di dialogare con mio padre di qualcosa che non sia lavoro.
“Fatico a spiegarmi alcune cose relative alla mia nascita” ho esordito la settimana scorsa tra un boccone e l’altro di fumante spezzatino.
Ioli non mi ha nemmeno degnato di uno sguardo preso com’era dal fenomenale servizio sulle “scimmie che dicono il loro nome a rutti” che il TG2 stava mandando in onda.
“Cerca di seguire il mio ragionamento” ho continuato “Partiamo da un assunto: mamma e direi anche nonna sono sicuramente ancora vergini”
“Basta guardarle per rendersi conto che mai e poi mai hanno conosciuto uomo e fatto cose turpi e peccaminose, dico bene?”
“Ti posso concedere che mamma, in quanto sessantottina bolognese, è probabile che qualche bacio lo abbia anche dato, ma nonna no…nonna è santa e tutt’ora vergine”.
“Appurato tutto ciò, capisci che questo mette in crisi molte delle certezze sulle quali si è fondato il mio sviluppo emotivo e psicologico” continuo.
Attendo un qualche tipo di reazione che non arriva quindi continuo con il mio monologo.
“Ora io apprezzo che voi mi abbiate accolto per anni nella vostra famiglia, ma credo sia arrivato il momento di dirmi se è vero come credo, che sono il figlio di un qualche essere superiore comparso d’improvviso 36 anni fa in Italia”
…ancora niente.
“Che mia sorella sia adottata questo è scontato…ma dimmi almeno che aspetto aveva mio padre, se mi ha lasciato qualcosa, un’arma, un messaggio…magari ‘ricorda a mio figlio di salvare il mondo a 36 anni’ oppure ‘L’assassino di Laura Palmer è..”…qualcosa del genere”.
Guardo per un secondo mia madre, giusto in tempo per ammirare il suo sguardo tra lo stupito e il rassegnato, mi giro nuovamente verso Ioli e mi accorgo che sta ridendo sguaiatamente alla vista di una scimmia di nome Giada.
“Avete sentito?” grida divertito “Ha detto Giada con un rutto!”
“Non mi hai ascoltato” gli dico.
“No” risponde.
“Nemmeno quando ho parlato del mio vero padre?”
“Figuriamoci” ribatte.
“Tarpi le ali della mia dirompente vitalità ed originalità in questo modo” dico dopo un po’ “e forse metti in pericolo l’intero mondo” continuo.
“100 euro vanno bene?” risponde distrattamente.
Intasco 100 euro da questa persona che non può essere mio padre anche se lui è convinto di esserlo e contino a mangiare.
Cavolo, ora capisco perchè il protagonista è affetto da follia geniale e da paranoia anticoformista…cavolo Ioli è proprio un pessimo padre 😐 Anche Paperon De Paperoni regalava più affetto a Paperino, tra poco :p
Comunque un bel capitolo, soprattutto per la geniale idea di utilizzare i link per descrivere meglio parti del discorso…funziona molto bene, soprattutto per rappresentare le folli immagini che turbano la mente del protagonista! Nice idea ;D
Grazie Glicoz..adesso vediamo se papà si decide a prendere in mano i primi 7 capitoli e aggiornarli in questo modo! Cmq l’idea era proprio quella di fornire immagini e flash sensoriali del protagonista..cosa vede..cosa pensa…ed uno che pensa a Bondi…..non dico altro
mi chiedo come abbia fatto il protagonista a non essersi suicidato, o almeno a provarci. Con una famiglia così è probabile desiderare con tutto il cuore di essere stato adottato o di provenire da un altro mondo…. Mi piacerebbe averlo come fratello, credo proprio che andremmo d’accordo!
..conosco almeno 2 persone che non sono proprio del tuo parere.. 😀
Questo è il capitolo più divertente finora! Me la sono proprio sghignazzata!
(Però il servizio sulle scimmie ruttatrici è più un servizio da Studio Aperto più che da TG2 XD)
Beh insomma, sarebbe interessante capire se la famiglia del protagonista sia davvero così terribile e disinteressata o se sia una conseguenza delle sue stramberie o una sua rappresentazione mentale..
(Beh, Ioli con le sue tabelle degne del Marco Ranzani di Cantù in effetti lascia pochi dubbi sulla sua personalità, ma per la madre e la sorella magari qualche speranza c’è)
Hai ragione..è più da Studio Aperto anche se a breve credo che anche gli altri TG si adegueranno! Per quello che concerne la famiglia..la mia impressione è che sia stato obiettivo nel descrivere Ioli…mentre la mamma…della mamma dovrò parlarne. Consigli su nome da dare alla mamma?
grandioso…
veramente grandioso!!
conosciamo nuovi personaggi, conosciamo meglio il nostro protagonista, conosciamo la sua famiglia..
e conosciamo le sue paranoie e psicosi che ha sempre avuto fin da piccolo.
attendo i prossimi eventi.
..in effetti un po’ alla volta si scopriranno (e scoprirà) molte cose! 🙂
Ps sei sempre gentilissima
Mi chiedevo in effetti perchè non comparissero! Ti ho comunque aggiunta ai Brunilde
come la mamma?
una piccolo rotonda donna?
quindi con lettere come la b??
Ok..prima proposta..piccola, rotonda e comincia con la B (Barbara, Beatrice, Bella, Berluscona)…
ahhahahah berluscona ahhaahhaahhahha
no non siamo così cattivi….
la barbara c’è gia flavia che ha più quel nome.
beatrice poi mi viene in mente dante.
bella?naaaaaa..Ioli fa poi la Bestia??
mmm?
Batilda
Betta
o anche con la m
Mimma
….
ci sto pensando…
un miscuglio di nome con la m e la b
..hai ragione anche te…Berluscona forse no. Marisa? che te ne pare?
uff proprio marisa???
chi ci aiuta per il nome?
è che per marisa lo associo a una cosa negativa..
e qui la mamma del nostro protagonista è addirittura “vergine”
In Facebook si stanno azzuffando..siamo tra Brunilde e Marisol..partecipi anche tu?
brunilde!
😀
ovviamente i miei commenti non penso che compaiano su face…
sono un fantasma!!
ehm…
brunilde detta nilde mi piace
e anche Berenice!
ma batilda proprio no?
Tilia???
Mamma Tilia
..Attilia…
Mamma Tilia…
lo so non c’è nè B nè M…
però Tilia è simpatico!
ho visto us facebook
il nome Biancamaria
troppo candida’?????
Biancalucia!!
Biancalucia!!!
Biancalucia!!
Per essere uno affetto dalla mci se ne fa di pippe mentali! XD
Quindi ricapitolando: lui è il “classico” figlio di papà, 36enne ma cn una testa di minimo 15 anni in meno, vive cn i genitori e la sorella, ed è convinto di venire da un altro pianeta tipo C.Kent. Però quello che mi chiedo è: se è convinto che la madre sia vergine allora dovrebbe chiedersi chi è la sua vera madre piuttosto che il padre!
Oppure tutto questo risponde ad una sua fantasia: spera che il padre sia un altro perchè è insoddisfatto di quello attuale, mentre con la madre (e la nonna) si trova benissimo tanto da immaginarla cm una donna santa e pura che mai potrebbe fare “certe cose”?
Questo personaggio è cm un bambino e nn è la prima volta che mi suscita una gran tenerezza! (infatti ammetto che faccio un pò fatica a visualizzarlo cm un 36enne e per di più dotato di una certa bellezza e fascino!)
In realtà vive solo..lavora dal papà e sì, ha idealizzato mamma e nonna (direi un GIGANTESCO complesso Edipico)..diciamo che in certi momenti è capace di cose super..però sempre all’interno di un suo particolare mondo.
comuqnue le immagini del pensiero sono favolose!!
e ciliegina sulla torta: barack obama come Daddy-Man è bellissimo!!
😀
ahahha
Ecco..volevo proprio i vostri pareri..le ho aggiunta anche al capitolo 7 (ed ho cambiato alcune dell’8)…mi piace l’idea che chi legge possa vedere quello che il protagonista immagina o osserva..
Per una volta non sembra così strambo, la descrizione del padre è molto azzeccata e spiega tante cose.E chi non ha mai fantasticato almeno una volta di essere stato adottato e di essere in realtà figlio di un nobile, di una rock star ecc. E se la madre la chiamassimo Vanna ? Mi sembra un nome rassicurante
..sì…insomma…diciamo che a parte sostenere che mamma e nonna sono ancora vergini (come credo lo sostengano la metà degli italiani) tutto ok 🙂 Non so se tu abbia o meno seguito il trambusto causato dal “nome della mamma” in Facebook…ti mando il link e poi mi dici che ne pensi 🙂 http://www.facebook.com/Un.libro.che.nasce?v=wall&story_fbid=130257357001559
solo due?????
Ok..almeno due…
Io voto Bea, oppure Benedetta!
non puntuale …ma eccomi! per i link (v. post precedente)! che dire..si sa, uno gli amici li sceglie… i parenti no!! 😉
🙂 togliendo l’aspetto fisico e il monetizzare il tutto, Ioli sembra mio padre e io….te! :-O
io da sempre sostengo che quando è nato mio fratello c’è stato uno scambio di culle 😎
Potremmo essere 2 gemelli separati dalla nascita dal papà (Ioli) crudele…uno dei due dovrà fare il gemello cattivo allora! Vediamo…io uccidevo le formiche rosse da piccolo.. Tocca a te
🙂 sono sicuramente io il gemello buono (o coglione!?) volontariamente non ho mai fatto del male a niente e a nessuno. Ho l’animo buddhista 🙂
Noooo perchè coglione??!!! 😀 Vada per il gemello buono, te lo sei guadagnato x non aver ucciso formiche in passato!
Pingback: Cap 30 – Primi passi a ritroso nel tempo | Blog di un libro
Pingback: Cap 37 – La trasformazione | Blog di un libro
Pingback: Cap 39 – La Donna Poncho | Blog di un libro
Pingback: Cap 44 – Epilogo | Blog di un libro